Nessun bar, nessuna piazza, nessuna folla: in questo borgo italiano vive una sola persona

Loredana Di Stefano

28 Maggio 2025

Libiano un solo abitante

Ti immagini un paese dove non esiste il traffico, il vociare della gente, la fila al supermercato? Dove l’unico abitante sei tu? In Italia un posto così esiste davvero. Non è una leggenda e non è neppure un paese disabitato. È un borgo minuscolo ma reale, con un solo residente. E no, non si trova in cima a una montagna irraggiungibile: basta allontanarsi di qualche curva dai percorsi più battuti per arrivare a Libiano, una frazione dimenticata che sembra uscita da un’altra epoca.

Un luogo che non fa rumore, ma parla al cuore

In un tempo dove tutto accelera, dove ogni spazio è condiviso, raccontato e spesso inflazionato, la vera rarità è il silenzio. E Libiano, in questo, è imbattibile. Un piccolo borgo che resiste al tempo, con una sola persona che ancora ci vive. Il resto è fatto di case vuote, pietre antiche, scorci che raccontano una vita passata e che oggi sembrano quasi irreali.

Eppure non serve andare sull’Himalaya per trovare l’eremitaggio. Siamo in Emilia-Romagna, a soli 38 chilometri da Rimini. Ma quello che separa Libiano dalla Riviera non è la distanza: è la sensazione. Basta salire verso le colline della Valmarecchia e il mondo cambia. Il rumore si spegne, il paesaggio si allarga, la frenesia si arrende alla quiete.

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Libiano un solo abitante
Libiano un solo abitante

Dove si trova Libiano: geografia di una solitudine scelta

Libiano è una frazione del Comune di Novafeltria, incastonata nella zona alta della provincia di Rimini. Si affaccia sul fiume Marecchia, proprio dove il paesaggio comincia a farsi più selvatico, più autentico. Alle sue spalle ci sono i boschi dell’Appennino, poco lontano Pennabilli, con la poesia che gli ha lasciato Tonino Guerra, e più in là il monte Carpegna, che guarda dall’alto come un guardiano silenzioso.

E se alzi lo sguardo, scorgi San Marino, in tutta la sua imponenza, quasi a ricordarti che, nonostante l’isolamento, Libiano non è ai confini del mondo. Solo, magari, ai margini del nostro sguardo.

Un solo residente, mille interrogativi

A vivere a Libiano è rimasto un solo abitante. Un uomo, pare. Ma poco importa l’identità. Quel che conta è il significato di questa presenza. Non si tratta di un esperimento sociale, né di un set cinematografico. È vita vera, fatta di abitudini quotidiane, gesti semplici, scelte che a molti possono sembrare incomprensibili. Ma che parlano di attaccamento, di radici, di memoria.

Che cosa spinge una persona a restare sola in un borgo vuoto? Amore per la propria terra? Desiderio di libertà? Rifiuto del mondo moderno? Forse un po’ di tutto questo. Forse niente di così filosofico. Forse solo la volontà di non andarsene, di non abbandonare ciò che si è sempre conosciuto.

Un’Italia che scompare in silenzio

Libiano non è l’unico borgo italiano a trovarsi in questa condizione, ma è uno dei pochi a farlo con così tanta dignità. E proprio per questo colpisce. In Italia ci sono centinaia di piccoli paesi in via di spopolamento, frazioni dimenticate, centri abitati che svaniscono un pezzo alla volta. Ma pochi hanno una storia così forte da raccontare con una sola voce ancora presente.

E mentre le città crescono, i centri commerciali si moltiplicano, e i social ci raccontano la “vita vera” in diretta continua, ci sono posti come Libiano che esistono in una bolla parallela. Dove il tempo non corre. Dove non ci sono notifiche, ma finestre vuote che guardano il tramonto.

Il fascino della solitudine (che non è isolamento)

Andare a Libiano non è un’esperienza per chi cerca emozioni forti, ristoranti stellati o selfie panoramici. Ma per chi sa ascoltare, per chi ama perdersi nei dettagli, per chi è in cerca di autenticità, è un luogo che lascia il segno.

Ogni pietra, ogni vicolo, ogni ombra ha qualcosa da dire. E anche il silenzio – che qui non è vuoto ma pieno – diventa una presenza tangibile. Libiano è perfetto per chi vuole riscoprire il senso delle cose semplici: un sentiero nel bosco, il suono del vento, il cielo che cambia colore con la stagione.

Libiano un solo abitante
Libiano un solo abitante

Un invito a rallentare

Visitare Libiano è un esercizio di lentezza. Qui non si va di corsa, non si passa per caso. Ci si arriva perché lo si vuole, perché qualcosa dentro spinge a vedere con i propri occhi che cosa significa vivere “da solo”. Non nel senso malinconico del termine, ma in quello più profondo: vivere senza distrazioni, con il tempo per pensare, per osservare, per ricordare.

E magari, anche solo per un attimo, sentire cosa si prova a far parte di un posto che esiste solo grazie alla tua presenza.

Una lezione nascosta tra i sassi

Libiano non è solo un luogo fisico: è un simbolo. Della resistenza, della tenacia, della memoria. Ma anche della fragilità dei territori interni, quelli che non fanno notizia. È la rappresentazione di un’Italia che non viene mai taggata, che non ha turismo di massa, ma che resta lì, ad aspettare.

E chi resta, come quell’unico abitante, ci sta dicendo qualcosa. Che non tutto è perduto. Che la bellezza non ha bisogno di pubblico. Che la solitudine, se scelta, può essere un atto rivoluzionario.

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