Perché ingrassi anche se mangi poco: il nuovo studio che ribalta le vecchie teorie

Loredana Di Stefano

31 Maggio 2025

Mangi poco e ingrassi studio

Il paradosso dell’aumento di peso con diete restrittive

Molte persone si trovano a combattere con un paradosso frustrante: nonostante seguano diete ipocaloriche e riducano drasticamente l’apporto alimentare, il peso continua ad aumentare o rimane invariato. Questa situazione, apparentemente inspiegabile, ha finalmente trovato una spiegazione scientifica grazie a studi recenti che hanno messo in luce i meccanismi fisiologici coinvolti.

Il ruolo del metabolismo basale

Il metabolismo basale è l’energia necessaria al nostro organismo per mantenere in funzione le attività vitali a riposo. Quando l’apporto calorico scende drasticamente, il corpo percepisce una situazione di emergenza e risponde abbassando il metabolismo per conservare energia. In pratica, si adatta riducendo i consumi energetici, rendendo sempre più difficile perdere peso e facilitando, al contrario, l’accumulo di grasso.

Mangi poco e ingrassi studio
Mangi poco e ingrassi studio

La sindrome del rallentamento metabolico

Questa condizione è nota anche come “effetto plateau”. Il corpo, esposto a una dieta ipocalorica prolungata, rallenta il dispendio calorico quotidiano per proteggersi da un presunto stato di carestia. Il risultato? Anche continuando a mangiare poco, il peso non scende più e, in alcuni casi, si assiste addirittura a un nuovo aumento ponderale.

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La sottostima dell’apporto calorico

Un altro elemento da non sottovalutare è la difficoltà a stimare correttamente le calorie assunte. Spesso chi segue diete molto restrittive sottovaluta piccoli errori quotidiani: uno spuntino fuori programma, un cucchiaio di condimento in più, qualche snack inconsapevole possono far superare il limite calorico senza rendersene conto. È il classico fenomeno del “surplus non percepito”, che ostacola il dimagrimento nonostante l’apparente rigore alimentare.

Il ruolo dei cibi ultra-processati

Uno studio condotto dal National Institutes of Health (NIH) ha chiarito che i cibi ultra-processati possono indurre un’assunzione calorica involontaria superiore, anche quando apparentemente si consumano porzioni normali. Gli alimenti altamente trasformati, infatti, stimolano maggiormente l’appetito e portano spesso a mangiare più del necessario, favorendo l’aumento di peso nel tempo.

Fattori emotivi e ormonali in gioco

Stress, ansia e squilibri ormonali sono fattori che incidono direttamente sul peso corporeo. L’aumento del cortisolo, l’ormone dello stress, favorisce la ritenzione di grasso soprattutto a livello addominale e accentua la fame nervosa. Anche i disturbi della tiroide, i problemi insulinici o alterazioni di leptina e grelina possono alterare sensibilmente il controllo dell’appetito e la gestione del metabolismo.

L’importanza cruciale dell’attività fisica

L’attività fisica svolge un ruolo essenziale nel contrastare il rallentamento metabolico. Oltre a bruciare calorie durante l’esercizio, l’allenamento aiuta a preservare la massa muscolare, che a sua volta mantiene attivo il metabolismo basale. Una buona massa muscolare significa un maggiore dispendio energetico a riposo, rendendo più efficace e stabile il controllo del peso nel tempo.

Mangi poco e ingrassi studio
Mangi poco e ingrassi studio

Il nuovo approccio suggerito dalla ricerca

I dati emergenti invitano ad abbandonare le vecchie logiche basate solo sulla riduzione calorica estrema. La chiave, secondo gli esperti, è favorire un dimagrimento graduale e sostenibile, combinando alimentazione equilibrata, movimento costante, controllo dello stress e sonno regolare. Il focus va spostato sulla qualità degli alimenti, sulla gestione ormonale e sulla preservazione della massa muscolare.

Una visione più realistica della perdita di peso

Ingrassare pur mangiando poco non è un fallimento personale, ma il risultato di complessi meccanismi biologici di adattamento. Capire questi processi permette di individuare strategie più efficaci e durature per la salute metabolica. Diete troppo rigide, ripetute nel tempo, rischiano solo di rallentare il metabolismo, portando al classico effetto yo-yo. Meglio puntare su scelte alimentari sostenibili e personalizzate, evitando estremismi difficili da mantenere.

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